Nel contesto della Open Innovation, malgrado la ricerca abbia individuato ed analizzato molte delle tessere che compongono il mosaico della partner selection, un modello esaustivo di riferimento, in grado di soddisfare l’esigenza delle aziende di un’analisi più completa e sistematica dei potenziali collaboratori, è ancora assente.
Il Proximity-Based Selection Tool è stato dunque concepito come uno strumento operativo per colmare tale lacuna, per favorire cioè la comprensione del “quadro generale” e proporre un modello di impronta maggiormente pratica. Fondamentale, in tal senso, è stata la nozione di prossimità: la “somiglianza”, la “vicinanza” tra due attori, influenza la loro capacità di innovazione ed apprendimento interattivo. Nel dettaglio:
All’atto pratico, la prossimità tra le organizzazioni in esame è valutata sulla base di grandezze e metriche rappresentative di criteri di partner selection e dimensioni di prossimità (es. cognitiva à base di conoscenza complementare à ambiti di specializzazione). I punteggi ottenuti dagli attori sono poi comparati, definendone la prossimità e, successivamente, l’affinità. Quest’ultima è basata sull’allineamento tra il livello di prossimità delle organizzazioni in analisi e quello “ideale”.
Il processo di valutazione si articola in due fasi, per favorire versatilità e scalabilità del PBST:
Un esempio di output parziale è rappresentato nella Figura 1.
In sintesi, il Proximity-Based Selection Tool è concepito come una mappa per il percorso verso l’OI/trasferimento tecnologico, e si caratterizza per:
Fonte: Alessandro Caterina, Proximity-based Selection: Uno strumento per guidare la Partner Selection nei progetti di Open Innovation, Tesi di laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale. Relatori: Prof. Josip Kotlar, Dr. Luca Manelli.