Negli ultimi vent’anni, più che mai, la frequenza e il livello di innovazione sono cresciuti sempre di più, spingendo le aziende a trasformarsi continuamente. Le organizzazioni hanno sempre affrontato questa sfida affidandosi esclusivamente allo sviluppo interno dell’innovazione (Closed Innovation). Tuttavia, questo approccio non è più sufficiente e sostenibile nell’attuale panorama competitivo, sempre più dinamico ed incerto.
Entra quindi in gioco il nuovo modello di Open Innovation (OI), che offre nuove idee e direzioni in cui innovare. Questa prospettiva consente all’azienda di interfacciarsi con un più ampio ecosistema di stakeholder esterni, favorendo uno scambio interattivo di conoscenze e informazioni in modo più flessibile e rapido.
I vantaggi dell’OI non sono però assoluti, il problema dell’OI risiede nel gestirne l’esecuzione. Infatti, un’azienda deve essere organizzativamente preparata per l’introduzione di questa pratica e deve essere in grado di implementarla correttamente.
Tuttavia, dalla revisione della letteratura è emerso che la preparazione organizzativa per accogliere iniziative di OI sia scarsamente analizzata: le ricerche sono prettamente teoriche, con una scarsa visione sistematica.
Questo studio ha quindi un duplice obiettivo: da un lato identificare quali aspetti organizzativi un’azienda deve considerare per approcciare tematiche di OI; dall’altro, come questi aspetti sono legati tra loro in un modello che possa fungere da linea guida pratica per guidare le imprese nell’affrontare questo cambio di paradigma.
Per rispondere a queste domande di ricerca, un’analisi di studio multi-caso di aziende che hanno introdotto pratiche di OI a loro interno è stata eseguita, con l’obiettivo di validare le tematiche organizzative e capire come sono tra loro correlate. In particolare, sono stati intervistati i manager responsabili di OI di 11 organizzazioni consolidate, principalmente Italiane ed operanti in settori differenti.
I risultati ottenuti hanno consentito di generalizzare e adattare l’analisi della letteratura, identificando 8 tematiche organizzative che un’azienda deve considerare quando si interfaccia a progetti di OI, nonché di raccogliere tali aspetti organizzativi in un modello che possa portare le aziende ad essere efficacemente preparate all’introduzione di OI. Il modello viene spiegato attraverso la metafora di una casa, dove la cultura e le priorità strategiche rappresentano i concetti basilari; le colonne portanti vengono identificate dai tre attori principali del processo, legati dalla struttura organizzativa; il tetto include le regole e le procedure che regolano e normalizzano le attività. Ovviamente non esiste uno standard adatto a tutte le situazioni, questa è una tra le possibili alternative che si possono seguire: il modello viene adattato alla tipologia di contesto e settore in cui opera l’azienda.
Lo studio offre spunti interessanti da diverse prospettive. La ricerca svolta rappresenta una novità per la letteratura esistente, in quanto approccia l’OI in modo sistematico, integrando tra loro diverse tematiche organizzative, le quali sono state prima analizzate in modo teorico, e poi corroborate attraverso una prospettiva pratica.
Questa ricerca ha delle implicazioni anche dal punto di vista manageriale, poiché offre un modello per guidare l’introduzione delle attività di OI. Il framework ha valore anche per i dipendenti, in quanto primi attori e destinatari del processo, ed è utile per i partner esterni che si avvicinano per la prima volta a questo tipo di collaborazioni.
Fonte: Raul Lovato, Sergio Margiotta, Organizational Preparedness for Open Innovation: a framework to guide companies in paradigm shift, Tesi di laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale. Relatori: Prof. Josip Kotlar, Dr. Francesca Capella.