Per decenni l’innovazione è stata considerata una fonte di cambiamento trasformazionale. Sebbene le organizzazioni si siano a lungo affidate ad una strategia chiusa per sviluppare l’innovazione, nel panorama competitivo odierno non è più possibile innovare in modo isolato, affidandosi esclusivamente a risorse e competenze interne, ma è sempre più necessario stabilire collegamenti con stakeholder esterni per consentire uno scambio iterativo di informazioni, tecnologie e idee. È qui che entra in gioco il paradigma dell’Open Innovation, il quale ha trasformato il modo in cui le organizzazioni raggiungono la competitività a lungo termine, aumentando la disponibilità di risorse con un approccio più collaborativo e distribuito. In questo contesto la nozione multidimensionale di capitale sociale, definita come “un insieme di norme sociali, valori, legami, e flussi di informazioni in grado di favorire azioni collettive a vantaggio reciproco” può essere collegata alla realizzazione di processi di innovazione aperta.
Sebbene si possa affermare che l’Open Innovation e il capitale sociale condividano una serie di caratteristiche complementari e siano favorevolmente influenzati dagli stessi principi, l’intersezione dei due concetti non è stata ancora
sufficientemente investigata. Questo studio ha quindi l’obiettivo di analizzare l’impatto del capitale sociale sulle attività di Open Innovation e di fornire una visione completa del processo e dei meccanismi che gli innovatori possono seguire per sfruttare il capitale sociale in contesti innovativi. La ricerca si basa su un’analisi esplorativa di un campione di imprese e attori appartenenti al settore dell’innovazione in Italia. In particolare, sono state selezionate 16 aziende, suddivise in tre gruppi: grandi corporate, startup/scaleup e acceleratori/incubatori.
I risultati permettono di affermare non solo che il capitale sociale è intrinsecamente legato alle pratiche di Open Innovation, ma anche che esistono diverse attività che possono essere intraprese per impiegarlo strategicamente. In particolare, esso può essere utilizzato per guidare l’innovazione attraverso tre macro-fasi: Costruire, Attivare e Valorizzare. Per ciascuna di esse, sono stati elaborati diversi meccanismi e leve manageriali da seguire.
Lo studio offre risvolti interessanti su più fronti. Il capitale sociale ha il potenziale di essere una risorsa cruciale da possedere e coltivare per coloro che intraprendono un’impresa innovativa, in quanto permette non solo di identificare nuove domande di mercato, ma anche di recuperare risorse tangibili e intangibili. Si possono inoltre riconoscere spunti utili per aziende consolidate dove la gestione del capitale sociale deve essere trattata come una fonte di vantaggio competitivo. Infine, i meccanismi emersi possono aiutare i manager a verificare che le risorse di capitale sociale siano utilizzate in modo strategico, attestando se le pratiche all’interno dell’organizzazione siano coerenti con gli obiettivi organizzativi.
Fonte: Chiara Pantalena, Open Innovation and Social Capital: Evidence from an exploratory analysis, Tesi di laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale. Relatori: Prof. Josip Kotlar, Dr. Luca Manelli.